Migranti morti in Libia, anche donne e bambini. Evacuazione e vie legali siano sistematiche.

Almeno 19 migranti, incluso un bambino, sono morti e almeno altri 124 sono rimasti feriti in un incidente stradale in Libia, nella zona di Bani Walid, 230 chilometri a sudest della capitale Tripoli.
Le vittime erano a bordo di un camion che trasportava circa 300 migranti provenienti soprattutto dall’Eritrea e dalla Somalia e diretti verso la costa del Paese per cercare di attraversare il Mediterraneo per giungere in Europa.

Secondo quanto riferito dall’OIM, sembra che il camion a causa del fondo accidentato si sia ribaltato schiacciando molti dei passeggeri.
Il Centro Astalli esprime cordoglio per le vittime e ribadisce l’urgenza di attivare stabilmente vie legali d’accesso per i migranti che, attraversando la Libia prima e cercando di attraversare il Mediterraneo poi, rischiano la vita, alimentando il traffico di esseri umani.

Il Centro Astalli accoglie con soddisfazione la notizia di una seconda evacuazione umanitaria dalla Libia. Sono da poco arrivati a Roma 150 migranti subsahariani, in maggioranza eritrei e quasi la metà donne, in una operazione condotta dal governo italiano e dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati insieme a Caritas italiana.

Secondo P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli. “È importante ribadire l’urgenza di trasformare questo tipo di operazioni in azioni sistematiche per porre fine al trattamento disumano e degradante che tanti migranti ci raccontano di subire nei centri di detenzione in Libia. Al contempo è prioritario stabilire vie d’ingresso legali in Europa che evitino a tanti migranti di morire di viaggio, non avendo alternative ai trafficanti”.

 

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