17 giugno: il Centro Astalli organizza il colloquio sulle migrazioni “In ognuno la traccia di ognuno”

In occasione delle celebrazioni della Giornata mondiale del rifugiato 2020 il Centro Astalli il 17 giugno alle ore 17.00 in diretta su www.vaticannews.va organizza il colloquio sulle migrazioniIn ognuno la traccia di ognuno. Con i rifugiati per una nuova cultura dell’accoglienza e della solidarietà”.

Previsti i saluti istituzionali di Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno, e Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede. Intervengono S. Em. Cardinal Matteo Maria Zuppi e la filosofa Donatella Di Cesare. Modera l’evento Bianca Berlinguer e introduce P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli.

Celebrare la Giornata mondiale del rifugiato 2020 nel mezzo di una pandemia vuol dire parlare di confini chiusi e muri che il virus ha di fatto cancellato mostrando tutta la loro inefficacia.

Celebrare la Giornata mondiale del rifugiato 2020 in Italia oggi vuol dire chiedere che i migranti in Libia e nei campi delle isole greche vengano evacuati immediatamente, che si aprano vie di ingresso legali in Europa, che i Balcani non siano vie di morte e violenze, che tutti gli stati membri dell’Unione europea smettano di commerciare in armi e invece investano in cooperazione allo sviluppo e in tutela dell’ambiente.

Celebrare la Giornata mondiale del rifugiato 2020 per il Centro Astalli vuol dire non smettere di chiedere giustizia e camminare al fianco dei rifugiati ogni giorno lasciandosi contagiare dalla loro speranza e dal loro coraggio.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “In ognuno la traccia di ognuno, scriveva Primo Levi: abbiamo scelto queste parole come titolo per il nostro colloquio sulle migrazioni perché su quella barca – in cui Papa Francesco ricorda che ci siamo tutti – sappiamo bene che non siamo tutti uguali e che i comportamenti di ciascuno condizionano la vita degli altri.
Lavorare per la giustizia sociale e l’inclusione dei rifugiati è il modo con cui vogliamo bilanciare pesi e spazi sulla nostra barca comune”.

Ad aprire il colloquio la testimonianza di un rifugiato del Mali che racconta la sua storia, il suo viaggio e i suoi sogni qui in Italia.

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