9 anni senza Paolo Dall’Oglio, uomo di dialogo e riconciliazione

Sono passati 9 anni dalla scomparsa di padre Paolo Dall’Oglio, un uomo che ha dato se stesso per il dialogo e la riconciliazione.

In occasione del nono anniversario della sua scomparsa, è stato presentato il nuovo libro edito da Effatà Editrice: “Paolo Dall’Oglio e la Comunità di Deir Mar Musa. Un deserto, una storia” di Francesca Peliti, presidente dell’Associazione no profit Amici di Deir Mar Musa.

Come si legge dalla prefazione di padre Lombardi: “Sono passati quasi nove anni dalla scomparsa di padre Paolo Dall’Oglio e abbiamo continuato a pensare a lui e ad attendere. Intanto non abbiamo potuto non interrogarci innumerevoli volte sul destino della Comunità di Deir Mar Musa da lui fondata, che pure ha continuato il suo cammino, ben oltre quanto molti si sarebbero aspettati. Come mai e come? Perché e con quali prospettive? Questo libro ci racconta e ci spiega molte cose, dando giustamente lo spazio principale alle testimonianze personali di tutti i membri della Comunità che ne fanno parte finora, o di altri che hanno partecipato più profondamente al suo cammino nel corso degli anni. Paolo è presentissimo, come origine, guida e ispiratore di questa straordinaria avventura, e anche con le sue lettere. Ma non c’è solo lui. Ed è proprio per questo che la Comunità c’è ancora”.

Oltre all’autrice sono intervenuti: Cenap Aydin, direttore dell’Istituto Tevere – Centro pro Dialogo; Immacolata Dall’Oglio, sorella di padre Paolo; Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi; padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. L’incontro è stato coordinato da Riccardo Cristiano, giornalista vaticanista e presidente dell’Associazione “Giornalisti Amici di padre Dall’Oglio”.

Questo libro racconta la storia del monastero e della comunità di Deir Mar Musa al-Habashi, ovvero di San Mosè l’Abissino, fondato nel 1982, “un luogo che insieme alla spiritualità che emana diventano la missione del giovane gesuita, che ha, oltre alla vocazione, l’idea di un punto di incontro fisico fra Oriente e Occidente”.  (…) “Il luogo – si legge nel comunicato stampa, – è passato attraverso numerose trasformazioni, sopravvivendo alla guerra, alla minaccia dell’Isis e al rapimento del suo fondatore. La comunità monastica cattolica di rito siriaco, sita nei pressi della cittadina di al-Nabk, a circa 80 chilometri a nord di Damasco, in Siria è costituita oggi da 8 membri, 1 novizio e 2 postulanti. A questi si aggiungono i laici che a vario titolo lavorano e collaborano nei tre monasteri: Deir Mar Musa, in Siria, Deir Maryam al-Adhra a Sulaymanya nel Kurdistan Iracheno, e il monastero del SS. Salvatore a Cori, in Italia. Purtroppo il monastero dedicato a Mar Elian (san Giuliano) a Qaryatayn – un’oasi sulla strada verso Palmira – è stato distrutto dall’Isis nel 2015. Qui è stato rapito a maggio 2015 fra’ Jacques Mourad, parroco della piccola comunità cristiana locale, fortunatamente tornato libero dopo 5 mesi dalla prigionia.

Si tratta di “un esempio di monaci che nel rispetto della tradizione, degli spazi, della spiritualità dell’altro accoglie tutti, i fratelli musulmani e non solo contro ogni forma di assimilazione“, dice Riccardo Cristiano. Paolo Dall’Oglio ci insegna infatti che la soluzione non è mai il sincretismo bensì il dialogo in un’ottica di ospitalità abramitica.

“Questo libro ne racconta la storia attraverso le testimonianze dei protagonisti che hanno conosciuto Paolo che hanno deciso di condividere sentimenti ed esperienze”, sottolinea l’autrice. Vuole quindi essere un viaggio iniziato per mano di padre Paolo, ma che non è finito con la sua scomparsa”. I diritti d’autore derivanti dalla vendita del libro saranno devoluti alla Comunità di Deir Mar Musa. 


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