PISTE di Accoglienza – Promuovere, Includere, Sensibilizzare, Testimoniare, Educare
Partenariato: Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati (capofila); Ass. Popoli insieme ODV; Centro Astalli Palermo; Centro Astalli Bologna ODV; Sesta Opera San Fedele; Fondazione Emmanuel; AQuaS ; Centro Astalli Sud; Carta di Roma APS; Ass. San Marcellino; Centro Astalli Vicenza; Volontarius ODV; Fondazione Caritas Trieste; Fondazione Giovanni Paolo II per il dialogo, la cooperazione e lo sviluppo ETS; Abitare insieme
Finanziato da: Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’annualità 2024 a valere sul Fondo per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’art. 72 del Decreto legislativo n. 117/2017.
Il progetto favorisce l’inclusione dei soggetti fragili esposti a marginalità sociale ed economica all’interno delle differenti realtà locali di attuazione, favorendo al contempo una maggiore conoscenza tra le differenti anime che le compongono. La proposta si sviluppa lungo due direttrici principali di azione: una di supporto ai target di riferimento, incentrata sulla tutela dei diritti e sulla riduzione dell’esposizione personale a fragilità e vulnerabilità, l’altra che fa cardine su attività di sensibilizzazione, formazione ed educazione per costruire comunità più inclusive e aperte, attente alle esigenze degli “ultimi”. Le difficoltà che colpiscono i target di riferimento hanno ragioni profonde e differenti a seconda del contesto territoriale di riferimento, ma che trasversalmente possono essere così riassunte: 1) conseguenze di lungo periodo dell’aumento dell’inflazione che hanno esposto un numero crescente di persone a situazioni di povertà anche assoluta; 2) difficoltà di trovare opportunità lavorative qualificate e con paghe dignitose; 3) cambiamenti normativi, in materia di permessi di soggiorno, che creano situazioni grigie nelle quali molti rifugiati rischiano di incappare; 3) particolare difficoltà generalizzata dei nuclei famigliari, specie quando monoparentali e di cittadini di paesi terzi.
Le difficoltà economiche del Paese e la ripresa dei flussi migratori dopo la pandemia, hanno creato, infine, condizioni fertili perché tornassero a prosperare hate speech e fake news contro migranti, rifugiati e altri target esposti a marginalità (detenuti, senza dimora, aree interne e disagiate) richiedendo sempre più un’azione formativa e di sensibilizzazione che contrasti narrazioni negative o basate su stereotipi provando così a costruire comunità più coese, aperte e inclusive e un dibattito pubblico più maturo e corretto nei contenuti come nelle modalità utilizzate.