Corso di formazione 2024 – La rotta dell’Europa: direzione zero asilo

Foto: Kristóf Hölvényi/Jesuit Refugee Service

Il Centro Astalli in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana – Facoltà di Scienze Sociali presenta il corso di formazione “La rotta dell’Europa: direzione zero asiloSfide e scenari della politica europea sulle migrazioni”.

“Sono mesi – ormai anni – amari quelli che stiamo attraversando. Contavamo che l’Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre. Ai confini d’Europa, invece, anzi dobbiamo dire dentro il suo spazio di vita, guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani. Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi”, ha sottolineato in un passaggio del suo discorso il Presidente Mattarella a Cassino nell’80° anniversario della distruzione della città.

Nel giugno 2024 si terranno per la decima volta le elezioni a suffragio universale per il Parlamento Europeo. Quella attuale è una fase storica molto delicata per l’Unione Europea: la guerra in Ucraina, il conflitto israelo-palestinese, la crisi nel Mar Rosso, i postumi della pandemia da Covid 19, la turbolenza dei mercati finanziari, la crisi ambientale e le difficoltà della transizione energetica, l’accentuarsi degli squilibri territoriali tra Nord e Sud e Est e Ovest, la crisi dell’equilibrio mondiale e l’affermazione di movimenti populisti neo-nazionalisti producono crescenti difficoltà nei rapporti tra gli Stati membri e tra questi e l’Unione Europea, mettendo in discussione la sua stessa architettura istituzionale, quando non anche i suoi principi e valori comuni.

Che fine ha fatto l’Europa pensata dai suoi padri fondatori? Quella comunità fondata su libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, promozione della pace e della stabilità? In materia di asilo l’Unione Europea sembra non trovare quell’equilibrio rispettoso dei valori su cui si basa. Tra riforme mancate, tentativi pratici fallimentari di affrontare il problema delle morti in mare, a metà tra azioni di soccorso e di controllo, accordi di esternalizzazione delle frontiere, nella zona grigia lasciata da un sistema complessivamente inefficiente, i singoli Stati membri dell’UE stanno adottando politiche individuali per far fronte ai flussi migratori, mettendo gli interessi nazionali davanti alle richieste di solidarietà, con l’unico risultato di rendere più difficili e tortuose le procedure di accesso per i migranti. L’Italia rientra a pieno titolo tra questi, come dimostra il “Codice di condotta” per le navi delle Organizzazioni non governative (Ong) e l’accordo con l’Albania.

Che Europa sarà dal 2024? Più armi, meno migranti e meno politiche verdi: in vista del voto di giugno sembrano questi i contorni che stanno emergendo di una nuova Europa orientata soprattutto a difendersi.

Programma del corso

I incontro – martedì 7 maggio – ore 17:30-19:00

  • L’evoluzione del sogno europeo: uno sguardo al passato per ripensare l’Europa

Il 27 dicembre 2023 con la morte di Jacques Delors, presidente della Commissione europea dal 1985 al 1995, si è chiusa una pagina della storia europea. Oggi è tempo di fare un bilancio critico di quel periodo e di trarne insegnamenti per il futuro, a pochi mesi dalle elezioni europee. Come nasce il sogno europeo e perché? L’Europa di oggi ha tradito quel sogno, i suoi principi e valori fondanti?

Una delle principali sfide che il continente si trova ad affrontare è, purtroppo, l’emergere di populismo, radicalismo, xenofobia ed Eurofobia. Chi ha paura dell’Europa: i cittadini che la abitano, alcuni governi che la compongono e che chiedono un’Europa delle nazioni, i migranti? Quali sono le cause di questo fenomeno?

Un passaggio ritenuto essenziale da più parti alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni, in particolare con la pandemia e le questioni di politica estera, e della prospettiva di un prossimo ingresso di altri Paesi nell’Unione è la revisione dei Trattati europei. Come sarà l’Europa che ci aspetta? Sarà ancora l’Europa dei diritti e della democrazia o sarà un’Europa dei nazionalismi un’Europa “fortezza”?

Interventi: Giovanni Maria Flick – Presidente emerito della Corte Costituzionale; P. Camillo Ripamonti – Presidente Centro Astalli

II incontro – martedì 14 maggio – ore 17:30-19:00

  • L’Europa alla prova delle elezioni: le sfide nello scenario internazionale

Nel 2024 più della metà della popolazione mondiale sarà chiamata al voto e i risultati elettorali avranno un impatto nel contesto internazionale dal punto di vista politico ed economico. Per l’Europa l’impatto si avrà non solo nei singoli Stati membri ma anche nei diversi territori in cui questi hanno importanti interessi, su tutti il continente africano.

In questo scenario, la promozione di uno sviluppo sostenibile e duraturo attraverso un approccio “globale e non predatorio” nei confronti dell’Africa, come previsto ad esempio dal Piano Mattei, sarà davvero realizzabile?

L’ennesimo impoverimento subìto dall’Africa sta avvenendo, infatti, sotto le mentite spoglie del migrare “con infelicità, estrema precarietà e umiliazione” per i giovani, come ha sottolineato Moussa Faki Mahamat, Presidente della Commissione dell’Unione Africana, in occasione del vertice Italia – Africa di fine gennaio.

È forse tempo di ripensare al fenomeno migratorio da una prospettiva diversa, quella dei Paesi “svuotati delle proprie risorse” non solo materiali ma anche umane, e non con una prospettiva securitaria?

Interventi: Angela Mauro – giornalista, corrispondente a Bruxelles per Huffington Post

III incontro – martedì 21 maggio – ore 17:30-19:00

  • La transizione dell’Europa tra migrazioni e cambiamento climatico

La transizione ecologica potrebbe essere una delle soluzioni per gestire le migrazioni nel Mediterraneo, promettendo un clima più vivibile, un capitalismo più verde e una generale stabilità economica, politica e sociale, tutte condizioni necessarie ad offrire maggiori possibilità alle persone di essere libere di scegliere se migrare o restare, come dice anche Papa Francesco.

Sono migliaia infatti gli sfollati e i migranti ambientali, numeri destinati ad aumentare nel corso dei prossimi anni. Abitanti di Paesi, che non hanno contribuito direttamente all’inquinamento, e di territori depredati delle materie prime che hanno alimentato le economie dei Paesi industrializzati, “subiscono” i cambiamenti climatici e i mancati effetti della transizione ecologica.

In Europa prevarrà l’orientamento recente di ridimensionare le priorità della politica europea in materia di clima e ambiente e che impatto avrà questa decisione in particolare nei Paesi dove il cambiamento climatico sta già mostrando le sue conseguenze più catastrofiche, quali Africa e Asia da cui proviene la maggior parte dell’umanità in fuga?

Interventi: Chiara Tintori – saggista e politologa; Luca Cinciripini – ricercatore nel programma “Ue, politica e istituzioni” dello IAI – Istituto Affari Internazionali

Gli incontri si terranno presso la Pontificia Università Gregoriana, in Piazza della Pilotta 4 – Roma.
Il corso è gratuito. Verrà rilasciato attestato di partecipazione.
Per prendere parte agli incontri è necessario iscriversi compilando il form di iscrizione online.
Prenotazioni fino a esaurimento posti.
Per informazioni: [email protected] – 06 69925099

Foto: Kristóf Hölvényi/Jesuit Refugee Service

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