Dopo il Consiglio Europeo rimangono perplessità e nodi da sciogliere. (26/06/2015)

Nota alla stampa

Alla luce di quanto approvato ieri in Consiglio Europeo in merito all’Agenda sull’immigrazione il Centro Astalli esprime ancora una volta perplessità sui risultati ottenuti definendoli tutt’altro che soddisfacenti.

In particolare si devono evidenziare nuovamente delle criticità su alcuni punti specifici.
Si continua a ragionare su numeri ridicoli che di fatto non tengono minimamente conto del fenomeno nelle sue reali dimensioni. Basti pensare che solo il Libano, la cui superficie è pari alla metà della Regione Lombardia, ospita attualmente più di 1 milione di rifugiati.

Con le decisioni prese, l’Europa realizzerà un progetto di reinsediamento facoltativo da parte degli Stati membri di soli 20 mila rifugiati in due anni. Ricordiamo ancora una volta che per i soli siriani l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati aveva chiesto un reinsediamento di 130mila persone.
Rimane anche confermata la misura del ricollocamento che riguarderà appena 40 mila persone in due anni di cui 24 mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia. Solo lo scorso anno l’Italia ha assistito allo sbarco di 170 mila persone.

Ulteriore elemento di forte preoccupazione rimane il fatto che il Regolamento Dublino che stabilisce di chiedere asilo nel primo Paese di ingresso in Europa non solo non è stato superato, ma anzi tutto lascia intendere che verrà applicato con ancor maggiore rigidità, come già si coglie da alcuni segnali alle frontiere interne dell’Europa.

Se così fosse, considerando che nel 2014 più di 100mila persone sbarcate sulle nostre coste hanno scelto di non chiedere asilo in Italia, non è difficile prevedere, sulla base dei dati del primo semestre 2015, che l’Italia si troverebbe a dover far fronte a un numero di domande più che raddoppiato rispetto alla situazione attuale.

 

Nota alla stampa 26.06.2015

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