Il Centro Astalli celebra la Giornata mondiale del Rifugiato con il Cardinal Zenari, Nunzio apostolico in Siria che dialoga con Mario Primicerio, presidente della Fondazione la Pira e il giornalista Paolo Mieli (18.06.2018)

Nota alla stampa

Il Centro Astalli celebra la Giornata mondiale del Rifugiato con il Cardinal Zenari, Nunzio apostolico in Siria che dialoga con Mario Primicerio, presidente della Fondazione la Pira e il giornalista Paolo Mieli

19 giugno ore 18

Università Gregoriana – piazza della Pilotta 4 Roma

Rifugiati, artigiani di pace

La Giornata mondiale del Rifugiato 2018 si celebra in un momento in cui il numero di rifugiati e sfollati non è mai stato così alto e in Europa crescono le tensioni rispetto alla gestione dei flussi migratori, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace. Il nesso tra guerra e povertà estrema diventa sempre più evidente: secondo studi recenti, nel corso del 2017, sono 124 milioni nel mondo le persone a rischio causato dalla malnutrizione acuta, con un deciso aumento rispetto al 2016 (quando erano 108 milioni) e al 2015 (80 milioni) e questo aumento progressivo dipende in grandissima parte dalle situazioni di guerra e di conflitto. Si tratta a tutti gli effetti di vittime civili di guerre e conflitti che vanno ad aggiungersi a quelle causate direttamente dai bombardamenti e dagli scontri.

Il Centro Astalli, servizio dei gesuiti per i rifugiati, organizza un colloquio sulle migrazioni con S. Em. Cardinal Mario Zenari, Nunzio apostolico in Siria, testimone diretto di uno dei principali conflitti che ha ucciso e costretto alla fuga un’intera generazione. Si confronterà con Mario Primicerio, assistente e amico di Giorgio La Pira che proporrà una riflessione sul Mediterraneo e il possibile ruolo dell’Italia nella costruzione della pace in quest’area.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, contestualizza così l’iniziativa: “È venuto il momento di abbattere muri e costruire ponti, scriveva Giorgio La Pira a Paolo VI nel 1970, individuando già allora nel Mediterraneo, mare comune, lo spazio di responsabilità condivisa da cui partire per costruire la pace attraverso il dialogo. Questo richiamo è tanto più urgente oggi che il Mediterraneo si è trasformato in cimitero di tanti innocenti, in teatro di scontri e in frontiera da armare”.

Nota alla stampa 18.06.2018

 

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