Migranti: nel Mediterraneo una strage continua

Un’ennesima tragedia si è consumata nel Mediterraneo: 40 persone migranti sono annegate dopo che l’imbarcazione di ferro sulla quale viaggiavano si è capovolta improvvisamente al largo della costa di Salakta, nel governatorato di Mahdia, in Tunisia. Tra le vittime anche alcuni neonati.
Secondo le prime informazioni raccolte, altri 30 migranti sono stati salvati dalle unità della Guardia costiera tunisina, intervenute nel tratto di mare dove si è verificato l’incidente.
Quello di ieri è il terzo evento mortale verificatosi in mare nell’arco di una settimana, dopo il naufragio di venerdì scorso a largo della Libia, in cui hanno perso la vita 23 persone, e la morte per le esalazioni da gasolio di altre tre persone migranti a bordo di un barchino avvenuta domenica. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) dall’inizio del 2025 sono già 961 i morti in mare.

Il Centro Astalli esprime cordoglio per le vittime di questa strage senza fine. Evitare ulteriori morti e sofferenze per chi scappa da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti, si può e si deve. Non è rinnovando gli accordi con la Libia o con Paesi terzi non sicuri che si mettono le persone al sicuro dal rischio di questi viaggi disperati. Occorre fermare il traffico di esseri umani. Occorre attivare vie legali e sicure di ingresso per chi cerca asilo, pace e sicurezza. Occorre agire per salvare vite e ripristinare diritti e umanità.

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