Migrazioni, l’Europa deve fare di più. L’appello delle organizzazioni della società civile

In occasione del Consiglio Ue del 22 e 23 giugno, le reti delle organizzazioni della società civile italiana impegnate al fianco dei migranti, tra cui il Centro Astalli, hanno pubblicato un appello congiunto per sottolineare ancora una volta l’urgenza di una nuova Agenda europea e italiana sulla politica migratoria.

L’appello indica in una road map, composta da 13 punti, le misure indispensabili e più urgenti per un cambio di rotta nella gestione dei flussi migratori in Italia e una nuova e più efficace Agenda Europea.

“Sono passati due anni dall’adozione dell’Agenda Europea sulla Migrazione (European Agenda on Migration) – scrivono le organizzazioni firmatarie – vale a dire l’insieme di misure per la gestione delle migrazioni sia all’interno che all’esterno delle frontiere dell’UE. Ebbene in questo tempo abbiamo assistito all’attuazione delle principali misure di cooperazione con i paesi di origine e transito mediante il Migration Partnership Framework, all’apertura degli “hot spot” in Grecia e in Italia e all’adozione del meccanismo di ricollocamento (relocation). Ma non possiamo affermare che la condizione delle persone migranti che arrivano in Europa sia migliorata né quella dei paesi europei che sono in prima linea come Italia e Grecia”.

Diversi i punti a destare perplessità nelle politiche adottate per affrontare una crisi in cui si conta il più alto numero di sfollati e rifugiati dalla Seconda Guerra Mondiale, con 65,6 milioni di persone costrette a lasciare la propria casa a causa di conflitti, disastri naturali persecuzioni o violazioni dei diritti umani. Basti guardare all’impegno europeo nell’accoglienza. che appare del tutto insufficiente: a fine 2016, secondo i dati dell’UNHCR in Europa erano presenti 3,5 milioni tra richiedenti asilo e rifugiati, ossia lo 0,68% della popolazione europea. Uno sforzo in termini di ospitalità di rifugiati in cui i paesi dell’UE hanno accolto solo circa 5% dei rifugiati del mondo.

Comunicato stampa integrale

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