Nuovi naufragi nel Mar Egeo: bambini tra le vittime. L’UE dove sta guardando?

Due imbarcazioni cariche di migranti partite dalla Turchia alla volta della Grecia sono affondate la scorsa notte, causando la morte di almeno 22 persone, tra cui 13 bambini. Lo hanno riferito le autorità greche.

Al largo di Kalymnos sono stati rinvenuti questa mattina i corpi senza vita di 19 migranti, tra cui sei donne, otto bambini e due neonati, morti nel naufragio della loro imbarcazione su cui viaggiavano circa 150 persone. Al largo di Rodi, più a Sud, sono stati recuperati i corpi di una donna, di un bambino e di un neonato.

Altri babmini sono annegati nel disperato tentativo dei migranti di raggiungere l’Europa passando dalla Turchia alla Grecia attraverso un Mar Egeo divenuto sempre più agitato e freddo.

Alle vittime di queste ore si aggiungono gli 11 bambini morti il bilancio di diversi naufragi avvenuti tra mercoledì e giovedì notte nelle acque dell’Egeo.

“E’ inaccettabile e indegno che sulle coste europee ogni giorno si consumi nell’indifferenza generale un’ecatombe di innocenti, tra cui moltissimi bambini”, P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, oltre ad esprimere il più profondo cordoglio, torna a sottolineare l’urgenza di porre fine ad un vero e proprio genocidio.

“Dopo la morte del piccolo Aylan abbiamo sperato che l’Europa si destasse dal colpevole torpore e impedisse subito altre morti. Ogni migrante morto è una ferita profondissima per la nostra civiltà. Muri, barriere respingimenti non sono mai soluzioni. Si tratta di politiche gravemente inadeguate che continueranno a sortire, come unico effetto, altre morti.
Ancora una volta ci troviamo a chiedere all’UE come sia possibile oggi giungere in Europa legalmente e in sicurezza, per esercitare il proprio diritto di asilo, senza rischiare di morire per mano dei trafficanti.”

 

 

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