Il 2 novembre si è rinnovato automaticamente il Memorandum tra Italia e Libia nonostante le denunce Onu su violenze, torture perpetrate ai danni dei migranti e la presenza di fosse comuni nel paese.
L’accordo, siglato il 2 febbraio 2017, contiene infatti una clausola, inserita all’articolo otto del patto, relativa al rinnovo per cui le parti possono chiedere di rivedere gli accordi solo in forma scritta e con un preavviso di almeno tre mesi dalla scadenza. Il 2 novembre sarebbe stato l’ultimo giorno utile per poterlo revocare o modificare da parte del governo italiano. Invece la collaborazione tra Italia e Libia continuerà con il finanziamento dei centri di detenzione e con quello della cosiddetta guardia costiera libica fino al 2 febbraio 2026. Già a metà ottobre infatti la Camera dei Deputati aveva approvato la mozione della maggioranza per “proseguire la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti e di prevenzione delle partenze dalla Libia”, confermando di fatto l’intenzione di rinnovare la validità del Memorandum.
L’accordo Italia-Libia è un patto vergognoso stretto sulla pelle delle persone migranti. L’unica scelta “umana” da compiere subito sarebbe quella di svuotare i lager e trasferire chi vi è trattenuto, di attivare vie legali e sicure di ingresso per chi fugge, di agire per salvare vite umane e rispettare i diritti umani fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita.

