UNHCR: Aumentare il soccorso in mare per evitare altre morti

In seguito alla nuova tragedia marittima su larga scala riportata nel Mediterraneo, l’UNHCR fa nuovamente appello ai governi europei affinché diano priorità al salvataggio di vite umane, anche espandendo e migliorando urgentemente le capacità di ricerca e soccorso.

L’ultimo incidente ha riguardato lunedì il capovolgimento di una barca a due piani a circa 120 chilometri a sud di Lampedusa. 142 persone sono state stalvate e 8 corpi sono stati recuperati. Ma altre 400 persone, che secondo i sopravvissuti erano a bordo, si teme siano disperse.

Il Mediterraneo si è rivelato negli ultimi anni la più pericolosa tra le quattro principali rotte marittime del mondo utilizzate da rifugiati e migranti. Le altre tre rotte principali coinvolgono Bahamas e Caraibi, Mar Rosso e Golfo di Aden, e il Golfo del Bengala. Nel 2014, 219.000 rifugiati e migranti hanno attraversato il Mediterraeo, e le vittime sono state almeno 3500.

Dall’inizio del 2015 circa 31.500 persone hanno intrapreso traversate marittime per raggiungere Italia e Grecia – rispettivamente il primo e il secondo principale paese di arrivo. I numeri stanno crescendo ulteriormente. Secondo la Guardia Costiera italiana, dal 10 aprile sono state salvate più di 8.500 persone che viaggiavano su decine di barche e gommoni. Se i 400 morti del recente incidente verranno confermati, il bilancio delle vittime dall’inizio di quest’anno raggiungerà le 900 unità.

Comunicato UNHCR

 

 

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