10 migranti morti in mare. UE divisa e ferma nel gestire le migrazioni

Il Centro Astalli esprime profondo cordoglio per le dieci persone morte soffocate su una barca partita dalla Libia con a bordo un centinaio di migranti.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a delle morti evitabili se l’Europa mostrasse al mondo di essere in grado di rispettare diritti e dignità di chi fugge in cerca di salvezza.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “Le politiche di esternalizzazione e le chiusure delle frontiere non fermano le migrazioni, ci rendono solo corresponsabili di morte e violenze.

Nazionalismi e populismi in Europa e governi autoritari e illiberali nei Paesi Terzi tengono in ostaggio l’Unione europea che, divisa  al suo interno, rimane ferma e indifferente mostrando debolezze e inadeguatezze sempre più strutturali nella gestione dei flussi migratori”.

Aprire le frontiere per una gestione legale ordinata e sicura è possibile: lo dimostrano le esperienze, ormai consolidate, di attivazione di canali legali da parte di organizzazioni umanitarie.

Per questo il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali:

– l’attivazione di quote di resettlement significative

– in aggiunta a canali umanitari strutturali e numericamente adeguati per i rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni

– politiche che facilitino il ricongiungimento familiare

– una seria politica di cooperazione allo sviluppo che non sia alibi per attivare politiche di chiusura ma che abbia come obiettivo la costruzione di una pace duratura e di uno sviluppo sostenibile nei Paesi d’origine, garantendo così il diritto anche di non partire.

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