Giornata Mondiale del Rifugiato

Il 18 giugno il Centro Astalli ha celebrato la Giornata Mondiale del Rifugiato in un colloquio sulle migrazioni che si è svolto presso la sede dell’Università Gregoriana e che ha visto come protagonisti Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Casa della Carità di Milano, l’onorevole Enrico Letta, Paolo Ruffini, direttore di TV2000 e P. Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli.

Chi chiede asilo lo chiede a te – la vera sicurezza è l’ospitalità” è il titolo della campagna di sensibilizzazione che il Centro Astalli ha lanciato in occasione della giornata.
Lo slogan fa riferimento alle parole espresse da papa Francesco nelle sue visite a Lampedusa e al Centro Astalli e al suo incontro con i rifugiati: “Se vuole tenere fede ai suoi valori fondanti, l’Europa oggi è chiamata ad aprire le sue porte a chi cerca asilo. Uno stato che difende i propri confini mettendo a rischio la vita di altri esseri umani non può offrire autentica sicurezza nemmeno ai suoi cittadini. Ma anche nell’esperienza quotidiana tutti possiamo contribuire a un cambio di prospettiva, iniziando ad aprire le porte delle nostre case. L’ospitalità non è solo un valore cristiano – comune alle grandi religioni del mondo – ma prima di tutto un valore umano”

Il colloquio sulle migrazioni ha, dunque, posto al centro dell’attenzione il delicato tema dell’accoglienza. “Viviamo in una società sempre più impaurita. Allora proviamo a rifugiarci in un altrove che non c’è mai stato e riduciamo sempre di più il perimetro del noi dividendolo dagli altri”. Queste le parole con cui Paolo Ruffini ha aperto il dibattito.

L’On. Enrico Letta, ha sottolineato che “Il nostro è il Paese europeo che accoglie il minor numero di richiedenti asilo e viene accusato di eccessiva accoglienza”. In difesa dell’operazione Mare Nostrum ha inoltre evidenziato come questa abbia permesso di “salvare innumerevoli vite umane”.

Toccanti le parole di don Colmegna che, ricordando tutti i migranti forzati ha concluso: “Mi sento in debito verso di loro, per gli spazi di umanità straordinari che mi arricchiscono e avverto il rischio di essere costruttori di risposte, invece di lasciarsi interrogare continuamente da questa presenza.”

 

Guarda le foto dell’evento.

La testimonianza di Cheik, rifugiato senegalese

La testimonianza di Edelawit, giovane rifugiata etiope

Il racconto video delle iniziative a Roma

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