Il JRS condanna con forza le deportazioni di afgani dal Pakistan

Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) condanna fermamente la recente decisione del Pakistan di deportare i migranti di origine afgana privi di documenti dal suo territorio verso il loro Paese di origine a partire dal 1° novembre.

“Come ogni persona sfollata, gli afgani devono avere il diritto di chiedere asilo e la dignità di un ritorno volontario piuttosto che di una deportazione forzata. Il JRS è al fianco degli afgani che cercano protezione ed esorta i governi ospitanti e la comunità mondiale a soddisfare i loro bisogni” ha sottolineato Sandesh Gonsalves, Country Director del JRS Afghanistan.

Gli afghani rappresentano il secondo gruppo più numeroso di rifugiati e sfollati nel mondo (6,1 milioni), il Pakistan ne ospita più di 1,4 milioni. Nel Paese vivono anche circa 1,7 milioni di altri stranieri non registrati o privi di documenti – tra loro molti sono originari dell’Afghanistan. Molti afgani che vivono in Pakistan sono sfollati nel Paese da decenni, mentre altri sono arrivati dopo la presa di potere dei Talebani nell’agosto 2021. Il governo pachistano il 3 ottobre scorso aveva annunciato che tutti i migranti che vivono senza uno status legale e senza i documenti in regola devono lasciare il Pakistan volontariamente entro 28 giorni. Al termine di tale ultimatum per gli afgani non in possesso di documenti e ancora presenti sul territorio è previsto l’arresto e la deportazione forzata in Afghanistan.

Sono 186mila gli afgani che durante il mese di ottobre hanno fatto ritorno dal Pakistan nel proprio Paese, di cui 76.804 bambini e 8.690 famiglie che hanno attraversato il valico di Chaman, tra la provincia del Balochistan in Pakistan e la provincia di Kandahar in Afghanistan.

In risposta alla crisi, il JRS si sta coordinando con le Nazioni Unite e altre agenzie per fornire il sostegno all’arrivo delle persone al confine. Le famiglie hanno bisogno di assistenza immediata, compreso un accompagnamento dal punto di vista psicologico e psicosociale, altre all’accesso all’istruzione per i più piccoli, mentre proseguono il viaggio verso i loro luoghi d’origine.

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