Migranti bloccati al confine polacco

Oggi, in uno dei tanti paradossi della Storia contemporanea, mentre si celebra l’anniversario della caduta del muro di Berlino e il sogno di un’Europa senza frontiere, aperta, solidale e democratica, migliaia di migranti vengono usati come armi di ricatto in un braccio di ferro al confine orientale dell’Europa.

Non si conosce il numero esatto delle persone morte mentre cercavano di raggiungere Berlino ovest attraversando il muro, forse alcune centinaia. Si stima invece siano più di 40mila le persone che dal 1990 hanno perso la vita cercando di raggiungere l’Europa via mare o via terra, attraversando le innumerevoli barriere poste per bloccare la mobilità dei migranti. Il costo umano delle barriere in un’Unione Europea nata per abbatterle è inaccettabile.

Le immagini che ci arrivano dal confine polacco in queste ore, le dichiarazioni della politica nazionale e comunitaria, mettono in atto un tragico gioco delle parti in cui migranti, vittime di guerre e persecuzioni, diventano il nemico da cui l’Europa e i suoi governi nazionali vogliono difendersi.

Per il Centro Astalli è urgente e doveroso aprire le frontiere ai migranti, gestendo i flussi in maniera ordinata, legale e sicura.

Solo così l’Europa ci metterebbe al riparo da giochi di potere e da ricatti che ormai dilagano a macchia d’olio in molte frontiere europee: Turchia, Libia, I Balcani, le isole spagnole e ora anche la Bielorussia.

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