Nota alla stampa – Il decreto Cutro non diventi legge (21.04.2023)

Norme lesive di diritti e dignità ci rendono tutti più insicuri

L’approvazione al Senato del cosiddetto decreto “Cutro” rappresenta per il Centro Astalli un arretramento importante in termini di garanzie democratiche, rispetto dei diritti umani, tutela e salvaguardia della dignità e dell’incolumità, sia per i migranti forzati che arrivano in cerca di protezione, sia per le persone titolari di protezione speciale che vivono stabilmente in Italia e che perderanno un permesso di soggiorno regolare.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea come: “La riduzione dei casi per l’ottenimento della protezione speciale, la cancellazione della possibilità di convertire il permesso di soggiorno per protezione speciale in un permesso per motivi di lavoro, sono misure che infliggono un durissimo colpo a percorsi di integrazione e inclusione lavorativa, aumentando irregolarità e sfruttamento. In che modo questa sarebbe una risposta umanitaria alla tragedia di Cutro, di cui il provvedimento drammaticamente porta il nome per volontà del Governo?”.

Il decreto, inoltre, prevede il ripristino di forme di detenzione per richiedenti asilo e riduce di molto lo spazio per la presentazione dei ricorsi ai tribunali ordinari, contro provvedimenti di rigetto della protezione internazionale. Misure che ledono i diritti inviolabili alla libertà personale e alla difesa.

Dall’impianto generale del decreto, che dovrà ora passare l’esame della Camera dei Deputati, emerge con chiarezza la finalità di considerare delle persone in fuga da guerre, persecuzioni, ingiustizie sociali, povertà, crisi climatiche, una minaccia e un pericolo.
Al contrario purtroppo sono proprio misure come queste che mettono in pericolo il Paese, la sicurezza e la coesione sociale.

Il Centro Astalli chiede che la Camera dei Deputati non approvi un decreto che ci renderà tutti più fragili e che rappresenta un affronto alle vittime di Cutro e a tutte le altre che giacciono senza vita nel Mediterraneo.

Nota alla stampa 21.04.2023

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