Per il Centro Astalli l’UE torna ad eludere la domanda principale: oggi chi scappa dalla guerra come può arrivare legalmente a chiedere asilo in Europa?

Per il Centro Astalli l’UE torna ad eludere la domanda principale: oggi chi scappa dalla guerra come può arrivare legalmente a chiedere asilo in Europa?

Si aspettava il vertice UE di ieri come l’inizio di un nuovo corso su politiche migratorie e accoglienza per i rifugiati.

Abbiamo intravisto nelle parole del presidente Juncker della scorsa settimana un nuovo volto di un’Europa finalmente solidale e accogliente.

“Oggi ci troviamo a constatare che le persone continueranno a morire in viaggi che sono gestiti esclusivamente da trafficanti.

Dopo l’ennesimo vertice ci sembra di ritornare al punto di partenza e ci troviamo ancora una volta a porre la domanda di sempre sulla principale questione da affrontare: quali vie legali per chiedere asilo in Europa? Oggi chi scappa da guerre e persecuzioni e legittimamente vuole esercitare il suo diritto a chiedere protezione negli stati dell’UE non ha alternative al traffico di esseri umani” è il commento di p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli.

Prima delle quote, prima dei programmi di rimpatrio, prima degli hot spot con relative inaccettabili misure di detenzione e coercizione nei confronti dei migranti è necessario stabilire immediatamente canali umanitari sicuri che evitino la morte di altri innocenti.

“Visti umanitari per chi scappa dalla guerra, humanitarian desk nei paesi di transito, ampi programmi di resettlement: sono molte le proposte formulate negli anni dagli enti di tutela. Si inizino sperimentazioni serie e su numeri adeguati alla realtà dei flussi migratori. A questo livello vanno investite energie e risorse. È in questa direzione che vanno concentrati gli sforzi”, continua Ripamonti che conclude ricordando l’ultimo naufragio.

“Domenica alla vigilia del vertice sono morte 38 persone al largo della Grecia. Tra loro 15 bambini di cui 4 neonati. Il risultato dell’incontro europeo offende la memoria di quelle vittime e di tutti coloro che ogni giorno perdono la vita nel tentativo di vivere in pace in Europa”.

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