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- Scheda 2 – Le arti calligrafiche
Simbolismo dell’alfabeto ebraico
L’alfabeto ebraico è composto da ventidue lettere; ventidue è la circonferenza, approssimata per leggero difetto, di un cerchio il cui diametro è sette, uno dei numeri-chiave della creazione. Esse sono tutte consonanti, accanto alle quali vi sono nove vocali, rappresentate da punti, che di solito non figurano nel testo scritto. La tradizione ebraica afferma che le ventidue lettere non sono segni arbitrari, scelti allo scopo di rappresentare oggetti e concetti, ma segni antecedenti alla stessa creazione del mondo.

Ogni lettera è uno strumento attraverso il quale fu formato un intero settore della creazione: tramite opportune combinazioni di lettere il Creatore emanò, creò, formò ogni cosa che esiste nei mondi spirituali e materiali.
Lo studio delle ventidue lettere occupa un vasto settore nella Cabala/Kabbalah. Ogni lettera possiede una forma (la sua figura visibile, e le associazioni che ne derivano); un nome (ad esempio, Bet significa ‘casa’) e un valore numerico (dall’uno al quattrocento). Ognuno di questi tre elementi può venir studiato su piani diversi dato che le lettere si estendono dal livello Divino a quello materiale…..
La calligrafia islamica
Intorno al VII secolo d.c., durante la dinastia degli Omayyadi, iniziò il processo storico che determinò lo sviluppo dell’arte calligrafica sulla base dei principi dell’Islam. L’abbandono del nomadismo e la necessità di consegnare il Corano per iscritto ai nuovi fedeli e ai posteri, portò al perfezionamento della grafia araba. La perfezione formale è molto importante per la fede islamica in quanto nel nel Corano viene più volte ripetuto che “Dio ama la bellezza”. Da qui l’impegno a rendere bella anche la scrittura affinché sia degna di trasmettere la rivelazione e diventi il mezzo che “seducendo occhi, mente e anima” avvicina il lettore al divino. La calligrafia richiede quindi a chi la esegue di comporre sotto ispirazione divina, con lo scopo di comunicare la parola di Allah.
L’alfabeto arabo è composto da 28 consonanti, tre vocali lunghe, indicate con segni “diacritici” (punti). Come le altre lingue semitiche l’arabo si scrive da destra a sinistra. Le parole in corsivo non si spezzano; per completare con armonia la riga si allungano i segni. Il punto, una volta definito, viene usato come unità di misura per determinare la proporzione fra altezza e larghezza di ogni singola lettera. L’insieme degli stili calligrafici si può dividere generalmente in due gruppi: le scritture di carattere solenne riservate ai testi sacri e quelle corsive utilizzate per uso corrente. Le prime sono più spigolose, lineari e allungate, mentre le seconde hanno caratteri maggiormente arrotondati. Lo stile calligrafico di lingua araba più antico che raggiunse una certa diffusione intorno al IX secolo è il cufico (dalla città di Kufa in Iraq)…….
Calligrafi contemporanei
Shamira Minozzi, è un’artista veneziana ispirata dalla calligrafia islamica e ideatrice di innovative composizioni calligrafiche.
Amjed Rifaie, è un calligrafo iracheno che dopo aver lasciato l’Iraq e aver raggiunto Roma per ragioni di salute fa conoscere la sua cultura d’origine attraverso l’arte della calligrafia.
Scopri di più sulle arti calligrafiche! Troverai tutti gli approfondimenti nel materiale completo.
Il materiale didattico del Centro Astalli per l'assistenza agli immigrati ODV è disponibile esclusivamente per finalità educative, di ricerca o studio privato. I contenuti provenienti dal sito internet www.centroastalli.it devono essere accompagnati dalla citazione della fonte, tramite l’indirizzo web (URL) del testo.(2025)
Foto in anteprima: opera di Amjed Rifaie (concessione ad uso gratuito al Centro Astalli)