Ha detto

 

Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente;
e questo è quello strale
che l’arco de lo esilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui,
e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir
per l’altrui scale.

Dante Alighieri, La Divina Commedia, Paradiso, Canto XVII

Si parla di … rifugiati in Italia

Quanti sono, da dove vengono

I rifugiati in Europa, inclusa la Turchia, all’inizio del 2023 erano 12,4 milioni, più di un terzo (il 36%) di tutti i rifugiati nel mondo. Un dato in aumento rispetto all’anno precedente, a causa del conflitto in Ucraina, che ha generato la fuga di molte persone che hanno cercato rifugio nei Paesi vicini. La distribuzione all’interno dei Paesi europei non è affatto omogenea: 3,3 milioni di rifugiati si trovano nella sola Turchia, che ospita oltre il 10% di tutti i rifugiati nel mondo; in Germania ce ne sono quasi 2,6 milioni, il 6% di tutti i migranti forzati a livello globale.
Nell’arco del 2023 sono state presentate circa 1.1 milione di domande di protezione internazionale all’interno della zona UE+ (Paesi dell’UE con l’aggiunta di Norvegia e Svizzera) soprattutto da parte di migranti in fuga da Siria, Afghanistan, Venezuela, Colombia e Turchia. I principali Paesi UE di destinazione nell’arco del 2023 sono Germania (334.000), Francia (167.000), Spagna (162 000) e Italia (12,4%, con 131.000 richiedenti per la prima volta nel 2023).  Nel 2023 circa 4,3 milioni di persone in fuga dall’Ucraina dopo l’invasione russa hanno ricevuto la protezione temporanea, uno strumento nato nel 2001, dopo i conflitti nella ex Jugoslavia e in Kosovo, con il quale il Consiglio dell’Unione Europea può garantire una tutela immediata alle persone sfollate, a causa di una guerra o di un programma di evacuazione.

Nel 2023 in Italia i rifugiati e i richiedenti asilo sono circa 441mila (138.000 i titolari di protezione internazionale, 147.000 i richiedenti asilo e oltre 161.000 i cittadini ucraini titolari di protezione temporanea, circa 3.000 sono le persone apolidi). Appartengono a 30 nazionalità diverse e provengono soprattutto dal Corno d’Africa, dall’Africa subsahariana e dal Medio Oriente, ma anche dall’America Latina.
Sono stati più di 157mila gli arrivi registrati via mare nel 2023, rispetto ai 105mila del 2022. La maggior parte delle persone che hanno richiesto asilo politico in Italia nell’ultimo anno proviene da Guinea, Tunisia, Costa d’Avorio, Bangladesh ed Egitto. Le domande esaminate dalle Commissioni Territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato sono state in tutto 59.880: 5.027 persone hanno ottenuto l’asilo politico, 6.498 la protezione sussidiaria, mentre 31.570 domande sono state respinte.

Come arrivano

Spesso per fuggire dalla drammatica situazione nei loro Paesi di origine e perché sprovvisti di documenti per espatriare legalmente, rifugiati e richiedenti asilo si vedono costretti a ricorrere a qualsiasi mezzo per scappare e cercare di giungere in paesi sicuri dove chiedere protezione. In Italia tanti richiedenti asilo cercano di arrivare via mare affrontando viaggi molto pericolosi.

Nel 2023 sono stati 2.571 i migranti morti nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere l’Europa via mare. La maggior parte è morta nel Mediterraneo centrale, descritta dalle agenzie umanitarie come la rotta più pericolosa al mondo. Un numero in aumento rispetto al 2022 che conferma ancora una volta il rischio altissimo delle traversate della disperazione. Nei primi sette mesi del 2024 sono morti o dispersi circa 800 migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mar Mediterraneo: è il dato più alto dal 2017.
Molti migranti inoltre cercano di raggiungere dall’Italia altri Paesi europei come la Francia e la Germania. Anche nel cercare di superare queste frontiere e i muri che sono stati eretti da alcuni Paesi europei, i richiedenti asilo corrono numerosi pericoli.
Ogni anno migliaia di migranti vengono arrestati o respinti ai confini, spesso dopo estenuanti viaggi nell’Europa sudorientale. Molti di loro raccontano di violenze e percosse subìte prima di essere respinti in violazione del loro diritto di chiedere asilo.

Cosa succede nel nostro Paese

La mancanza di una legge che disciplini in maniera organica tutti gli aspetti in materia di asilo rende spesso difficile la vita dei rifugiati in Italia. Sono molti infatti gli ostacoli burocratici e le difficoltà da superare per avviare percorsi di accoglienza e integrazione. Il richiedente asilo ha diritto all’assistenza sanitaria, mentre per i minori esiste il diritto all’istruzione.

Il diritto al lavoro viene invece riconosciuto solo dopo 2 mesi dalla presentazione della domanda di asilo. Una volta ottenuto il riconoscimento dello status, i rifugiati, dopo cinque anni di residenza, possono chiedere la cittadinanza italiana.

Parole da leggere, parole da ascoltare

Canzoni, poesie, racconti, video per dare voce a storie di rifugiati. Parole celebri, parole inedite. Guerre del passato e conflitti contemporanei. Bisogna sapere per non ripetere. Per questo vi proponiamo un viaggio nelle vicende e nelle emozioni di persone costrette a scappare da guerre ingiuste e da atroci persecuzioni. La lettura, la visione e l’ascolto di opere celebri o inedite, di classici o contemporanei vi permetterà di conoscere meglio la realtà dei rifugiati presenti nel nostro Paese.

Il mare vestito di rosso

Il mio nome in somalo significa “paradiso”, ma sono nata nell’inferno di una guerra
senza fine. Non so come fosse la vita prima della guerra. Da bambina mi sembrava
di stare in un film, le bombe che esplodevano al mercato e i proiettili che viaggiavano velocissimi, mi sembravano tutti degli effetti speciali messi in scena da un regista senza volto. Crescendo però, ho imparato che il dolore causato dalla guerra non è una finzione e che non si possono chiudere gli occhi quando una scena fa paura.
La guerra non l’ho vissuta attraverso uno schermo, ma ce l’ho scritta tutta sul mio
corpo. Tra le mie dita è rimasta la sabbia di un deserto che non perdona e che uccide lentamente; i miei occhi racchiudono la disperazione di chi, dopo ogni passo, sapeva che non ce l’avrebbe fatta; i miei polsi portano i segni di quelle funi che ci hanno reso schiavi, chiusi in una stanza senza finestre; sui miei piedi ritrovo la polvere di tutte le terre aride che ho attraversato in cerca di vita, in cerca di pace. Sulla mia pelle sento ancora il freddo di un’arma puntata alla nuca e costretta a scegliere tra una morte certa e una fine probabile; sulle mie labbra sento il sapore della salsedine di quel mare che ad ogni onda si fa sempre più immenso; nelle mie orecchie risuona
il soffio di ogni preghiera detta a denti stretti. Vorrei tornare dalla mia famiglia per
non morire da sola senza radici in un mare vestito di rosso. Quando i miei piedi hanno toccato terra in Italia, una nuova luce si è accesa dentro di me, la luce di chi sa che c’è una nuova strada da percorrere e ad ogni passo porto con me tutte le speranze di chi non è riuscito a rivedere il sole.

Testimonianza di Fardusa, rifugiata somala in Italia, raccolta a cura del Centro Astalli

Il cuore altrove

Nel mio Paese avevo un lavoro che amavo molto. Ero un insegnante di biologia e
chimica. Sono diventato il preside di un liceo e ho insegnato anche all’università. Ma
da anni il popolo venezuelano soffre molto a causa di una gravissima crisi. Manca un
sistema democratico, non c’è la tutela dei diritti umani. C’è invece tanta corruzione
e violenza. C’è una grave carestia in tutto il Paese; ci sono stati dei periodi in cui non
si trovava cibo. La gente muore senza ricevere cure. Ci sono state molte manifestazioni popolari che sono diventate vere e proprie insurrezioni civili. Queste manifestazioni vengono represse duramente. Le forze militari sono arrivate a sparare sulla folla uccidendo decine di persone. Non si può vivere così. Mi vergogno di tutta la violenza che c’è in Venezuela. Sono riuscito a fuggire grazie all’aiuto di familiari. Mi trovo bene in Italia. Fisicamente sono qui, ma il mio cuore e la mia mente sono rimasti nel mio paese, in Venezuela.

Testimonianza di Daniel, rifugiato venezuelano in Italia, raccolta a cura del Centro Astalli

Il salto quantico

OSA, “O”, Occorriamo, “S”, Soccorriamo, “A”, Accorriamo. Salviamone molti, salviamone troppi, anche quelli che non ci staranno ce li faremo stare.
Salviamo non solo le apparenze, ma anche chi appare, e non deve scomparire.
Non salviamo soltanto il decoro o la faccia se non è la loro.
Non salviamo solo il salvabile ma anche il vulnerabile, le persone con cui stare, diverso da “conquistare”. Salviamo chi erra, per colpa nostra, che abbiamo errato, sbagliando, togliendo loro beni e terreni che abbiamo sfruttato, crivellato,
devastato, usurpato, che inizi ora, dopo il Risorgimento, il Rinascimento, l’era del
Risarcimento. Abbiamo molti bambini da svezzare, istruire, difendere. Che non siano nostri o ancora italiani, non ci fa meno genitori. Vogliamo cambiare la “ti” torturo,
la “ti” abbandono e farla diventare “ti” ascolto, “ti” abbraccio, cambiando anche
la “ci” dimentichiamo, in “ci” siamo.
“Porto” non è solo un sostantivo ma un verbo, porto via dall’inferno, porto dove c’è ancora pace, senza più disuguaglianze sociali o marginalità.
Non voglio che tanti rifugiati passino a miglior vita, morendo, ma comincino una miglior vita in questa. Non vogliono che vadano all’altro mondo ma che trovino un altro mondo in questo.

Alessandro Bergonzoni  (per il Centro Astalli)

Una volta sognai

Una volta sognai
di essere una tartaruga gigante
con scheletro d’avorio
che trascinava bimbi e piccini e alghe e rifiuti e fiori
e tutti si aggrappavano a me,
sulla mia scorza dura.

Ero una tartaruga che barcollava sotto il peso dell’amore molto lenta a capire e svelta a benedire.

Così, figli miei,
una volta vi hanno buttato nell’acqua e voi vi siete aggrappati al mio guscio e io vi ho portati in salvo
perché questa testuggine marina
è la terra che vi salva
dalla morte dell’acqua.

Alda Merini, 26 giugno 2008

Questi versi sono stati inviati a Lampedusa per l’inaugurazione della scultura “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa” dedicata alla memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare. “La porta, alta 5 metri, è rivestita da una ceramica particolare che assorbe e riflette luce. Di notte, anche quella della luna. Sarà come un faro per la gente in mezzo al mare”, così lo scultore Mimmo Paladino spiega la sua opera.

La Porta si apre su un mare dove si stima che negli ultimi venti anni siano morte oltre ventimila persone tentando la difficile attraversata dalla Libia. La scultura vuole essere il simbolo di un’Europa che accoglie e protegge.

3 ottobre giornata nazionale della memoria: Il 3 ottobre 2013 368 persone morirono a largo di Lampedusa. Da allora sono passati 10 anni, è stata istituita con una legge nazionale la Giornata Nazionale della Memoria e dell’Accoglienza in memoria delle vittime dell’immigrazione, per ricordare
in questa data ogni anno le vittime del terribile naufragio. Un giorno tragico
diventato emblema dell’ecatombe di uomini, donne e bambini che si consuma
ogni giorno nel Mediterraneo e che in questi anni ha mietuto altre 27mila vittime,
morte cercando di raggiungere l’Europa.

Per saperne di più navigando in rete

Spesso trovare notizie aggiornate sulla presenza dei rifugiati in Italia non è semplice e comunque non basta affidarsi ai TG  e a quotidiani nazionali. Ecco alcuni siti sempre aggiornati che possono aiutarvi ad approfondire la conoscenza di questa realtà.

CENTRO ASTALLI: Sito del Centro Astalli con storie di rifugiati, notizie e approfondimenti sul diritto d’asilo in Italia

CIR-ONLUS: sito del Consiglio Italiano per i Rifugiati

MELTING POT: notizie aggiornate su immigrazione e asilo in Italia e in Europa

COMITATO TRE OTTOBRE: sito del comitato promotore per l’istituzione del 3 ottobre come Giornata della Memoria e dell’Accoglienza

MINISTERO DELL’ INTERNO: sito del Ministero dell’Interno, sezioni “Cruscotto statistico giornaliero” e “I numeri dell’asilo”

Se vuoi approfondire con libri e film

Le vicende legate alle migrazioni e all’esilio hanno spesso ispirato scrittori e registi italiani e stranieri.
Numerosi i film e i libri che vi permetteranno di approfondire la realtà dei rifugiati.

NELLO SCAVO, LE MANI SULLA GUARDIA COSTIERA. COME LA POLITICA MINACCIA L’INDIPENDENZA DI UNA GRANDE ISTITUZIONE ITALIANA, CHIARELETTERE, 2023

MATTEO GARRONE, IO CAPITANO, ITALIA, 2023

MATTEO CALORE, STEFANO COLLIZZOLLI E ANDREA SEGRE, TRIESTE È BELLA DI NOTTE, ITALIA/SLOVENIA, 2023