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Sempre dalla parte dei rifugiati
Ho conosciuto più di dieci anni fa il Centro Astalli con il quale collaboro come legale volontaria.
In particolare mi occupo dei dinieghi la protezione internazionale nell’impugnazione di fronte all’Autorità Giudiziaria competente ai sensi dell’art. 35 del D.Lgs. 25/2008 sino al ricorso in Cassazione. Fornisco anche consulenza extragiudiziale, nelle questioni afferenti il diritto di immigrazione in generale o per le questioni che possono insorgere nel percorso di integrazione in Italia.
Mi è capitato di incontrare rifugiati provenienti da molti Paesi.
La mia prima assistita è stata una ragazza nigeriana per la quale ho presentato ricorso contro il diniego della protezione internazionale e il Tribunale Civile di Roma le ha riconosciuto la protezione umanitaria. Era fuggita da giovanissima dalla Nigeria per una persecuzione religiosa. Non dimenticherò mai il racconto delle violenze di cui era stata testimone che causarono la morte dei suoi genitori. Con lei in particolare è nato un rapporto di fiducia, direi ormai di amicizia, che continua nel tempo.
Mi è capitato di assistere anche un ragazzo del Gambia arrivato in Italia da minore. Lui era orfano e aveva vissuto per strada dove aveva subito gravi forme di violenza e sfruttamento. Non aveva fiducia in nessuno e manteneva sempre lo sguardo a terra. Aveva tanta rabbia, che aumentava con il passare dei mesi, in attesa dell’esito del suo processo di regolarizzazione. Anche per lui ho impugnato il diniego della protezione internazionale di fronte al Tribunale perché meritava una protezione, doveva essere tenuta in considerazione la sua minore età all’epoca dei fatti e le difficoltà che aveva incontrato. Lui stesso, infatti, faceva fatica a raccontare alcune parti della sua storia con il risultato di apparire non credibile. Dopo molte traversie ottenne finalmente la protezione.
Ricordo ancora un ragazzo della Sierra Leone che tentò il suicidio perché la sua istanza di protezione internazionale era stata rigettata dalla Commissione. Accettare di prendere la sua difesa è stato molto difficile per me data la situazione, ma dopo anche il diniego del Tribunale, la Corte di Appello gli riconobbe finalmente una protezione. A distanza di anni è perfettamente integrato, parla la lingua italiana con un leggero accento romanesco.
A volte le cose non vanno come dovrebbero. A volte le persone perdono la fiducia e sono scoraggiati perché ottengono un rifiuto dopo l’altro. Talvolta questo porta alcuni ad abbandonare il percorso per la regolarizzazione e si ritrovano nell’ombra, invisibili, senza diritti.
Ho incontrato molte persone in questi anni, tanti volti, tante storie.
Essere una volontaria del Centro Astalli mi dà l’opportunità di vivere esperienze stimolanti dal punto di vista professionale, ma soprattutto importanti e formative dal punto di vista umano.
Avv. Valeria Gerace, volontaria del Centro Astalli