di Paolina Baruchello e Andrea Rivola

Sinnos, 2015

Chun Yu è una ragazzina che si trova a vivere con uno zio e a districarsi tra le avversità che la sorte le assegna: non solo i dolori delle perdite familiari, ma anche la prepotenza del figlio del boss del quartiere che vessa lo zio negoziante e che si è messo in testa di sposarla contro la sua volontà. Il ragazzo non sa far altro che rotolarsi nel fango e risolvere a botte ogni questione, come se la forza fisica fosse un punto d’onore inattaccabile.

La strada di Chun Yu incrocia quella di Shu Mai, monaca guerriera di un leggendario monastero distrutto a cui pare non resti nulla: invece l’incontro con la ragazzina le darà la possibilità di farsi maestra e di insegnare a Chun Yu l’arte del Kung Fu.

Svuotare la mente, fondersi con la natura intorno, essere armoniose e veloci, attente e scaltre, impegnarsi in un duro lavoro per farsi agili; queste le arti apprese con il duro allenamento. Così che la leggerezza del proprio peso non sia più uno svantaggio,  ma grazia che si trasforma in una forza in grado di battere l’avversario nel fisico e nell’onore.