di Elif Shafak
Rizzoli, 2014

Istanbul, XVI secolo. Una città nel pieno del suo splendore, un periodo storico in cui le relazioni tra l’impero ottomano (le cui propaggini arrivavano fino alla lontana India) e l’Occidente cristiano erano vivaci e continue. Il giovane Jahan, con il suo elefante bianco Chota, vivono la città e il Palazzo come un’avventura straordinaria. L’apprendistato presso il capoarchitetto Sinan, costruttore alla corte di Solimano, schiuderà a Jahan una visione dell’universo del tutto nuova: “l’architettura è uno specchio che riflette l’armonia invisibile e l’equilibrio presenti nell’universo, se non custodisci queste cose nel tuo cuore, non puoi costruire”.